Con l’inizio del nuovo anno negli ambienti della politica sembra cominci a circolare la voce dell’introduzione di una tassa patrimoniale per ridurre l’ormai mostruoso debito pubblico italiano. Già in passato questa soluzione era stata adottata dal Governo Amato che con l’ennesima promessa di rimettere i conti in ordine, aveva spinto gli italiani a sacrificarsi nella prospettiva di un maggior benessere futuro.
Alberto Cacciatore
Debito, moneta e inflazione: una soluzione a portata di mano
Quello che i politici dovrebbero sapere

L'archivio provvisorio di Alberto Cacciatore
Chi porterà i fiori a Kirchner?

L'ultima spiaggia: l'abbandono della moneta europea.
La deflagrazione della crisi finanziaria che ha colpito le economie occidentali si sta dimostrando sempre più seria e impetuosa. Nonostante le banche centrali abbiano quasi incessantemente operato interventi di quantitative easing (cioè la creazione di denaro per acquistare direttamente i titoli di stato) per aiutare i governi in difficoltà, purtroppo questa cascata di moneta fresca non ha generato apprezzabili cambiamenti nella massa monetaria.
Questo perché, il nuovo denaro, invece di essere messo in circolazione per ossigenare l’intero sistema, è andato a finire principalmente all’interno dei bilanci delle banche in difficoltà al fine di risanarli.
All’orizzonte a questo punto sembra affacciarsi una forte deflazione che potrebbe essere veramente molto pesante visto l’imperativo dettato dall’UE di ristrutturare i bilanci e tagliare la spesa pubblica degli Stati.
L’unico modo forse per venirne fuori da questo stallo economico, come ha fatto notare anche lo stesso Premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz, è quello di immaginare un nuovo scenario che, per quanto sconcertante, può dare il via ad una effettiva ripresa.
Il nuovo scenario al quale allude Stiglitz è la fine del sistema monetario europeo così com’è oggi per essere ripensato senza la Germania la quale, tirandosi fuori dalla moneta unica, consentirebbe all’euro di svalutarsi e darebbe d’un colpo la possibilità agli altri paesi di tornare a crescere.
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