Mentre la grave crisi economica provocata dal potere finanziario sta condizionando pesantemente la vita di milioni di persone, tutte le terapie volte a risolverla, sembrano di fatto, non avere nessuna utilità concreta. Questo perché, a ben guardare, la distribuzione piramidale della ricchezza basata prevalentemente su rendite e patrimoni creata dal sistema capitalistico, ha quasi definitivamente escluso dalle sue possibili soluzioni i redditi da lavoro che invece potrebbero essere i soli in grado
Alberto Cacciatore
Rudolf Steiner, l'economista eretico
Mercato e potere
La triste sorte che sta travolgendo oggi il popolo greco, sembra quasi la stessa che all'inizio della sua civiltà ne determinò il fallimento. Scrive a tal proposito Lewis Mumford: "I traffici marittimi portarono ad Atene gran varietà di merci; e poiché i cittadini erano dediti alle arti della politica e della guerra, gran parte del commercio cadde nelle mani di mercanti d'oltremare, venuti dalla Francia, da Cartagine, o da altre terre lontane.[...]
L'Italia e quei lavori di cantieristica mai fatti
Proprio un anno fa, avevo scritto un articolo nel quale segnalavo quali erano, secondo me, le ammaccature della nave Italia sulle quali bisognava intervenire per consentire alla stessa di navigare più serenamente in futuro. A quella sintesi ero giunto dopo tante letture e riflessioni che mi avevano aperto le porte ad una rinnovata e più solida consapevolezza del funzionamento dell'economia e per essa della stessa società.
La via d'uscita
Ci troviamo nel pieno di una tempesta finanziaria ed economica che inevitabilmente ci travolgerà. La necessità del decumulo del capitale ha già imposto al paese tutte quelle regole di “buona condotta” che dovranno essere rispettate affinché non sia additato come inaffidabile e indegno. Privatizzazioni, riduzione del welfare, svendita del patrimonio pubblico saranno i prossimi provvedimenti che la politica dovrà perentoriamente adottare
Il denaro: una razionale illusione
Circa una decina di anni fa lo scrittore Jeremy Rifkin nel suo libro “L’era dell’accesso”, ipotizzava come la società dell’informazione del nuovo secolo, sarebbe stata quella, nella quale, l’uomo si sarebbe finalmente affrancato dalla “schiavitù” del lavoro ed avrebbe sperimentato così una maggiore diffusione della conoscenza, della democrazia e del benessere. Tuttavia lo stesso autore, non nascondeva anche le insidie che il potere dei “nuovi tiranni”
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